I bambini della città di k


dalla Trilogia della città di K di Agota Kristov
drammaturgia e regia Davide Iodice
con Monica Angrisani e Tania Garribba elementi
scenici Massimo Staich

produzione  libera mente

Da un racconto di Agota Kristov la storia di due bambini. Una storia senza nomi, una guerra possibile in un paese qualunque. Il tempo che passa tra un arrivo e una partenza. Il tempo per riuscire ad orientarsi in una foresta. Il tempo per arrivare a guardare in faccia la morte e per imparare a dire grazie. L'esercizio dello stare al mondo. Un teatro di cartone. Un teatro come prova. Arriviamo dalla grande città. Abbiamo viaggiato tutta la notte. Siamo con nostra madre. Nostro padre è al fronte. Non abbiamo niente da nascondere. Nelle valigie ci sono i nostri vestiti e il dizionario che ci ha dato nostro padre. Andiamo a casa di nonna all'altro capo della città. Non ci resteremo a lungo. Perché ridi? Perché ridi? Perché ridi? I BAMBINI DELLA CITTA' Di K è una storia di guerra, ma la guerra che si racconta non ha confini geografici, né limiti storici. L'odio e la violenza di cui si parla non sono quelli dettati da obbiettivi politici o dalla brama di spartizioni territoriali, è una guerra vista dal buco della serratura, dall'ultimo campo rimasto non arato di una provincia sconosciuta al mondo. Le ferite non sono inferte solo da armi da fuoco, e i nemici sono anche quelli senza divise, gli abitanti di quello stesso paese in cui ogni giorno sempre più botteghe rimangono senza bottegaio. Dal momento in cui la mamma sparisce dietro la collina nuove regole entreranno a far parte dell'esistenza dei due bambini protagonisti del racconto. E allora la vita diventa un esercizio di sopravvivenza. L'esperienza dello stare al mondo segnata ogni giorno su un taccuino per conservare memoria di se stessi. La resistenza dell'infanzia e della fantasia a un mondo di adulti con leggi spietate e incomprensibili. Non c'è giudizio, né pietà, né più amore, solo la ricerca di un gesto necessario. Lo spettacolo fa parte di un progetto sulla narrazione teatrale in cui di volta in volta, uno, due, tre attori mettono a disposizione il proprio corpo e la propria voce per raccontare delle storie. Piccole storie inessenziali, punti di vista marginali o stravaganti, utopie infantili, incubi notturni...testimonianze. Delle valigie leggere e trasportabili.